Sicilian Stories
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And indeed he’d torment him in a hundred ways. Now he’d beat him mercilessly for no reason, and if Frog didn’t defend himself, he’d hit harder, more doggedly, saying: “Take this! Animal! You’re a dumb animal! If you don’t have the courage to defend yourself from
ti voglio male, vuol dire che ti lascerai pestare il viso da questo e da quello!
O se Ranocchio si asciugava il sangue che gli usciva dalla bocca o dalle narici: – Così, come ti cuocerà il dolore delle busse, imparerai a darne anche tu! – Quando cacciava un asino carico per la ripida salita del sotterraneo, e lo vedeva puntare gli zoccoli, rifinito, curvo sotto il peso, ansante e coll’occhio spento, ei lo batteva senza misericordia, col manico della zappa, e i colpi suonavano secchi sugli stinchi e sulle costole scoperte. Alle volte la bestia si piegava in due per le battiture, ma stremo di forze non poteva fare un passo, e cadeva sui ginocchi, e ce n’era uno il quale era caduto tante volte, che ci aveva due piaghe alle gambe; e Malpelo allora confidava a Ranocchio: – L’asino va picchiato, perché non può picchiar lui; e s’ei potesse picchiare, ci pesterebbe sotto i piedi e ci strapperebbe la carne a morsi.
Oppure: – Se ti accade di dar delle busse, procura di darle più forte che puoi; così coloro su cui cadranno ti terranno per da più di loro, e ne avrai tanti di meno addosso.
Lavorando di piccone o di zappa poi menava le mani con accanimento, a mo’ di uno che l’avesse con la rena, e batteva e ribatteva coi denti stretti, e con quegli ah! ah! che aveva suo padre. – La rena è traditora, diceva a Ranocchio sottovoce; somiglia a tutti gli altri, che se sei più debole ti pestano la faccia, e se sei più forte, o siete in molti, come fa lo Sciancato, allora si lascia vincere. Mio padre la batteva sempre, ed egli non batteva altro che la rena, perciò lo chiamavano Bestia, e la rena se lo mangiò a tradimento, perché era più forte di lui.
Ogni volta che a Ranocchio toccava un lavoro troppo pesante, e Ranocchio piagnuccolava a guisa di una femminuccia, Malpelo lo picchiava sul dorso e lo sgridava: – Taci pulcino! – e se Ranocchio non la finiva più, ei gli dava un mano, dicendo con un certo orgoglio: – Lasciami fare; io sono più forte di te. – Oppure gli dava la sua mezza cipolla, e si contentava di mangiarsi il pane asciutto, e si stringeva nelle spalle, aggiungendo: – Io ci sono avvezzo.
Era avvezzo a tutto lui, agli scapaccioni, alle pedate, ai colpi di manico di badile, o di cinghia da basto, a vedersi ingiuriato e beffato da tutti, a dormire sui sassi, colle braccia e la schiena rotta da quattordici ore di lavoro; anche a digiunare era avvezzo, allorché il padrone lo puniva levandogli il pane o la minestra. Ei diceva che la razione di busse non gliela aveva levata mai il padrone; ma le busse non costavano nulla. Non si lamentava però, e si vendicava di soppiatto, a
someone who has nothing against you, like me, that means you’ll let just anyone beat your face to a pulp!”
Or, if Frog wiped away the blood that was issuing from his mouth or nostrils: “This way, when you smart with the pain from my beating, you’ll learn how to give a beating yourself!” When he was driving a laden donkey up the steep incline of the passage and saw it dig in its hooves, exhausted, bent beneath the weight, out of breath, its eyes glassy, he’d beat it mercilessly with the spade handle, and the blows made a dull sound against its shins and its protruding ribs. Sometimes the animal would bend in two under the blows, but, at the end of its strength, couldn’t take another step and would fall on its knees; there was one that had fallen so often, it had two open sores on its legs. At such times, Nasty Redhead would tell Frog in confidence: “A donkey gets beaten because it can’t give a beating. If it could, it would trample us under its feet and rip out our flesh by the mouthful.”
Or else: “If it happens that you do give a beating, try to make it as hard as you can; that way, the people you give it to will consider you better than they are, and you’ll have that many fewer bothering you.”
Then, when working with pick or spade, he’d move his arms furiously like someone who had a grudge against the sand; he’d hit it again and again with his teeth clenched and the same cries of “Ah! Ah!” as his father. “The sand is treacherous,” he’d say quietly to Frog, “it’s like everyone else. If you’re the weaker one, they beat your face in, but if you’re the stronger one, or if you attack it in a group, the way the Cripple does, then it lets you overcome it. My father always hit it, but he never hit anything but the sand, and so they called him Animal, and the sand swallowed him up by surprise, because it was stronger than he was.”
Every time that Frog was assigned a job that was beyond his powers, and whined like a weak woman, Nasty Redhead would hit him on the back and bawl him out: “Keep quiet, squirt!” But if Frog couldn’t manage it, he’d lend him a hand, saying, a little pridefully: “Let me, I’m stronger than you.” Or else he’d give him his half-onion and would be content to eat his dry bread; he’d shrug his shoulders, adding: “I’m used to it.”
He was used to everything, to cuffs on the head, to kicks, to blows with a shovel handle or a packsaddle girth, to seeing himself insulted and laughed at by everyone, to sleeping on stones, his arms and back exhausted by fourteen hours of work. He was also used to going hungry, when his boss punished him by taking away his bread or his soup. He’d say that the boss had never taken away his portion of beatings; but beatings didn’t cost anything. But he didn’t complain, and he took his revenge
tradimento, con qualche tiro di quelli che sembrava ci avesse messo la coda il diavolo: perciò ei si pigliava sempre i castighi anche quando il colpevole non era stato lui; già se non era stato lui sarebbe stato capace di esserlo, e non si giustificava mai: per altro sarebbe stato inutile. E qualche volta come Ranocchio spaventato lo scongiurava piangendo di dire la verità e di scolparsi, ei ripeteva: – A che giova? Sono malpelo! – e nessuno avrebbe potuto dire se quel curvare il capo e le spalle sempre fosse effetto di bieco orgoglio o di disperata rassegnazione, e non si sapeva nemmeno se la sua fosse selvatichezza o timidità. Il certo era che nemmeno sua madre aveva avuta mai una carezza da lui, e quindi non gliene faceva mai.
Il sabato sera, appena arrivava a casa con quel suo visaccio imbrattato di lentiggini e di rena rossa, e quei cenci che gli piangevano addosso da ogni parte, la sorella afferrava il manico della scopa se si metteva sull’uscio in quell’arnese, ché avrebbe fatto scappare il suo damo se avesse visto che razza di cognato gli toccava sorbirsi; la madre era sempre da questa o da quella vicina, e quindi egli andava a rannicchiarsi sul suo saccone come un cane malato. Adunque, la domenica, in cui tutti gli altri ragazzi del vicinato si mettevano la camicia pulita per andare a messa o per ruzzare nel cortile, ei sembrava non avesse altro spasso che di andar randagio per le vie degli orti, a dar la caccia a sassate alle povere lucertole, le quali non gli avevano fatto nulla, oppure a sforacchiare le siepi dei fichidindia. Per altro le beffe e le sassate degli altri fanciulli non gli piacevano.
La vedova di mastro Misciu era disperata di aver per figlio quel malarnese, come dicevano tutti, ed egli era ridotto veramente come quei cani, che a furia di buscarsi dei calci e delle sassate da questo e da quello, finiscono col mettersi la coda fra le gambe e scappare alla prima anima viva che vedono, e diventano affamati, spelati e selvatici come lupi. Almeno sottoterra, nella cava della rena, brutto e cencioso e sbracato com’era, non lo beffavano più, e sembrava fatto apposta per quel mestiere persin nel colore dei capelli, e in quegli occhiacci di gatto che ammiccavano se vedevano il sole. Così ci sono degli asini che lavorano nelle cave per anni ed anni senza uscirne mai più, ed in quei sotterranei, dove il pozzo di ingresso è verticale, ci si calan colle funi, e ci restano finché vivono. Sono asini vecchi, è vero, comprati dodici o tredici lire, quando stanno per portarli alla Plaja, a strangolarli; ma pel lavoro che hanno da fare laggiù sono ancora buoni; e Malpelo, certo, non valeva di più, e se veniva fuori dalla cava il sabato sera,
sneakily, underhandedly, playing some sort of trick in which the devil seemed to have a hand. And so he always received the punishment even when he hadn’t been the
guilty party—if he hadn’t done it, he would have been capable of it!—and he never made an excuse for himself: it would have been useless, anyway. At times, when Frog got scared and tearfully begged him to tell the truth and avoid the blame, he’d repeat: “What’s the use? I’m a nasty redhead!” And no one could have said whether that constant bending of his head and shoulders was the result of sullen pride or of despairing resignation; they didn’t even know whether it was wildness in him, or timidity. What was certain was that not even his mother had ever received a caress from him, and thus never gave him any.
On Saturday evenings, when he came home with his face splashed with freckles and red sand, and those rags hanging on every side of him pathetically, his sister gripped the broom handle if he appeared in the doorway looking like that, because he would have made her fiancé run away to see what sort of brother-in-law he’d have to put up with. His mother was always in the house of some neighbor woman or another, and so he’d go and curl up on his straw mattress like a sick dog. Then, on Sunday, when all the other boys in the neighborhood put on a clean shirt to go to Mass or to romp in the yard, he seemed to have no other pastime than to wander over the paths to the vegetable gardens, to chase the poor lizards by flinging stones at them, though they hadn’t done anything to him, or to make holes in the hedges of prickly pear. Anyway, he didn’t like the mockery and stone throwing of the other boys.
Master Misciu’s widow was in despair at having that rascal for a son, everyone said, and really he had been reduced to the state of those dogs which, by dint of receiving kicks and stonings on all sides, finally put their tails between their legs and run away the minute they see a living soul, and become as hungry, mangy, and savage as wolves. At least underground, in the sandpit, ugly, ragged, and slovenly as he was, they no longer laughed at him; he seemed perfectly adapted to that line of work, even in the color of his hair and those mean cat’s eyes which blinked if they saw sunlight. It’s the same with the donkeys that work in the pits for years and years without ever coming out again; they’re lowered by ropes into those passages where the entrance shaft is vertical, and they remain there as long as they live. It’s true, we’re talking about old donkeys, bought for twelve or thirteen lire when they’re about to be brought to the Seashore slaughterhouse to be put to death; but they’re still good enough for the work they have to do down there, and truly Nasty Redhead wasn’t worth more than that. If he still came up out of the pit on Saturday evenings, it was
era perché aveva anche le mani per aiutarsi colla fune, e doveva andare a portare a sua madre la paga della settimana.
Certamente egli avrebbe preferito di fare il manovale, come Ranocchio, e lavorare cantando sui ponti, in alto, in mezzo all’azzurro del cielo, col sole sulla schiena – o il carrettiere, come compare Gaspare che veniva a prendersi la rena della cava, dondolandosi sonnacchioso sulle stanghe, colla pipa in bocca, e andava tutto il giorno per le belle strade di campagna – o meglio ancora avrebbe voluto fare il contadino che passa la vita fra i campi, in mezzo al verde, sotto i folti carrubi, e il mare turchino là in fondo, e il canto degli uccelli sulla testa. Ma quello era stato il mestiere di suo padre, e in quel mestiere era nato lui. E pensando a tutto ciò, indicava a Ranocchio il pilastro che era caduto addosso al genitore, e dava ancora della rena fina e bruciata che il carrettiere veniva a caricare colla pipa in bocca, e dondolandosi sulle stanghe, e gli diceva che quando avrebbero finito di sterrare si sarebbe trovato il cadavere di suo padre, il quale doveva avere dei calzoni di fustagno quasi nuovi. Ranocchio aveva paura, ma egli no. Ei narrava che era stato sempre là, da bambino, e aveva sempre visto quel buco nero, che si sprofondava sotterra, dove il padre soleva condurlo per mano. Allora stendeva le braccia a destra e a sinistra, e descriveva come l’intricato laberinto delle gallerie si stendesse sotto i loro piedi dappertutto, di qua e di là, sin dove potevano vedere la sciara nera e desolata, sporca di ginestre riarse, e come degli uomini ce n’erano rimasti tanti, o schiacciati, o smarriti nel buio, e che camminano da anni e camminano ancora, senza poter scorgere lo spiraglio del pozzo pel quale sono entrati, e senza poter udire le strida disperate dei figli, e quali li cercano inutilmente.
Ma una volta in cui riempiendo i corbelli si rinvenne una delle scarpe di mastro Misciu, ei fu colto da tal tremito che dovettero tirarlo all’aria aperta colle funi, proprio come un asino che stesse per dar dei calci al vento. Però non si poterono trovare né i calzoni quasi nuovi, né il rimanente di mastro Misciu; sebbene i pratici asserissero che quello dovea essere il luogo preciso dove il pilastro gli si era rovesciato addosso; e qualche operaio, nuovo del mestiere, osservava curiosamente come fosse capricciosa la rena, che aveva sbattacchiato il Bestia di qua e di là, le scarpe da una parte e i piedi dall’altra.
Dacché poi fu trovata quella scarpa, Malpelo fu colto da tal paura di veder comparire fra la rena anche il piede nudo del babbo, che non volle mai più darvi un colpo di zappa; gliela dessero a lui sul capo, la zappa. Egli andò a lavorare in un altro punto della galleria e non volle
because he still had hands to hoist himself up the rope, and because he had to bring his week’s pay to his mother.
He would surely have preferred to be a construction worker like Frog, to sing at his work on scaffolds, up in the air, amid the blue of the sky, with the sunshine on his back—or a carter like neighbor Gaspare, who came to pick up the sand from the pit, swaying sleepily over the shafts, his pipe in his mouth, and who traveled the beautiful country roads all day long. Or, even better, he’d have liked to be a peasant, spending his life in the fields, amid the green, beneath the thick foliage of the carob-trees, with the deep blue sea in the distance and birdsong overhead. But this had been his father’s occupation, and he had been born into it. Reflecting on all this, he’d point out to Frog the pillar that had fallen onto his father, and was still yielding fine, well-baked sand which the carter came to take away, pipe in mouth and swaying over the shafts. He told him that when the spot was completely excavated, they’d find the body of his father, who should be wearing fustian trousers that were practically new. Frog was afraid, but not him. He told him that he had always been there, since childhood, and had always seen that black hole, which extended deep into the earth; his father used to lead him by the hand there. Then he stretched out his arms to the right and to the left, and he’d describe how the intricate labyrinth of passages extended everywhere below their feet, in every direction, up to the point where they could see the black and desolate lava field, littered with parched bushes of broom; he’d tell him of all the men who had never come back from there, either crushed or lost in the dark, wandering for years and wandering still, without being able to catch sight of the gleam of light from the shaft by which they had entered, and without being able to hear the desperate cries of their sons, who were seeking them in vain.
But once, when, in the course of filling their baskets, workers found one of master Misciu’s shoes, Nasty Redhead was seized with such trembling that he had to be pulled into the open air with ropes, just like a donkey giving kicks in the air. But they couldn’t find either the almost-new trousers or the rest of master Misciu, even though the experts assured them that that had to be the precise place where the pillar had collapsed onto him. One workman, new to the job, remarked, in his curiosity, about how capricious the sand was, slamming the Animal here and there, his shoes on one side and his feet on another.
After that shoe was found, Nasty Redhead was seized with such fear of seeing his father’s bare foot appearing amid the sand, as well, that he refused to give another stroke of the spade there, even if they were to hit him on the head with it. He went to work in a different area of the passage, and
più tornare da quelle parti. Due o tre giorni dopo scopersero infatti il cadavere di mastro Misciu, coi calzoni indosso, e steso bocconi che sembrava imbalsamato. Lo zio Mommu osservò che aveva dovuto stentar molto a morire, perché il pilastro gli si era piegato in arco addosso, e l’aveva seppellito vivo; si poteva persino vedere tuttora che ma
stro Bestia avea tentato istintivamente di liberarsi scavando nella rena, e avea le mani lacerate e le unghie rotte. – Proprio come suo figlio Malpelo! – ripeteva lo sciancato – ei scavava di qua, mentre suo figlio scavava di là. – Però non dissero nulla al ragazzo per la ragione che lo sapevano maligno e vendicativo.
Il carrettiere sbarazzò il sotterraneo dal cadavere al modo istesso che lo sbarazzava della rena caduta e dagli asini morti, ché stavolta oltre al lezzo del carcame, c’era che il carcame era di carne battezzata; e la vedova rimpiccolì i calzoni e la camicia, e li adattò a Malpelo, il quale così fu vestito quasi a nuovo per la prima volta, e le scarpe furono messe in serbo per quando ei fosse cresciuto, giacché rimpiccolirsi le scarpe non si potevano, e il fidanzato della sorella non ne aveva volute di scarpe del morto.
Malpelo se li lisciava sulle gambe quei calzoni di fustagno quasi nuovo, gli pareva che fossero dolci e lisci come le mani del babbo che solevano accarezzargli i capelli, così ruvidi e rossi com’erano. Quelle scarpe le teneva appese ad un chiodo, sul saccone, quasi fossero state le pantofole del papa, e la domenica se le pigliava in mano, le lustrava e se le provava; poi le metteva per terra, l’una accanto all’altra, e stava a contemplarsele coi gomiti sui ginocchi, e il mento nelle palme per delle ore intere, rimugginando chi sa quali idee in quel cervellaccio.
Ei possedeva delle idee strane, Malpelo! Siccome aveva ereditato anche il piccone e la zappa del padre, se ne serviva, quantunque fossero troppo pesanti per l’età sua; e quando gli aveano chiesto se voleva venderli, che glieli avrebbero pagati come nuovi, egli aveva risposto di no; suo padre li ha resi così lisci e lucenti nel manico colle sue mani, ed ei non avrebbe potuto farsene degli altri più lisci e lucenti di quelli, se ci avesse lavorato cento e poi cento anni.