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Rune

Page 24

by Christopher Fowler


  Finora, era riuscito a inserirsi in qualche cartella clinica e in schede della polizia relative a reati minori, e ogni nuovo dato aveva aggravato il problema. Nella pirateria informatica, come nei suoi interessi precedenti, l'entusiasmo era superiore al talen­to. Aveva letto che un dilettante abile poteva penetrare nei siste­mi di molte grandi società finanziarie, ma personalmente non sa­peva come procedere.

  Stava pensando seriamente di rinunciare al progetto, quando Grace Crispian gli aveva telefonato proponendogli di incontrar­si per bere qualcosa. Cinque anni prima, avevano studiato gra­fica insieme al Goldsmith's College. Chissà se Grace sapeva che durante tutto il corso lui l'aveva osservata al self-service e in aula, infatuato della ragazza pazza che tutti amavano, della ragazza che intendeva cambiare la faccia dell'industria cinema­tografica da sola. Possedeva l'energia e le idee per farlo, ma fi­nora per qualche motivo l'occasione giusta non si era presenta­ta, il suo sogno non si era realizzato. Proprio com'era successo a Frank. In seguito, si erano trovati per un drink insieme non più di una volta all'anno, ed era sempre stato lui a prendere l'i­niziativa.

  La telefonata di Grace era stata una gradita sorpresa, e lui si era offerto di fare il possibile per aiutarla. Ma, lasciandosi trascinare dall'entusiasmo, era stato troppo invadente, aggressivo. Mentre le spiegava le sue teorie, l'aveva sentita sempre più di­staccata, e anche se l'aveva ringraziato al termine della serata, Frank dubitava che si sarebbe rifatta viva.

  La seconda telefonata era stata una sorpresa ancor più grande della prima. Dunque, forse non aveva fatto una così cattiva im­pressione in fin dei conti. Grace gli aveva detto di essersi diverti­ta quella sera. Voleva chiedergli un favore... Sempre così. I ra­gazzi a scuola volevano sempre che lui gli facesse i compiti... Po­teva passare da lei a prendere un videotape? gli aveva chiesto Grace.

  Frank battè sulla tastiera, provando una serie interminabile di configurazioni di lettere nel tentativo di azzeccare il codice d'ac­cesso dell'ennesima società della city. Apparentemente, a volte si riusciva a penetrare nelle reti delle multinazionali, delle mega­corporation, entrando dal basso, attaccandole nelle loro filiali più piccole, meno importanti.

  Ricordando la promessa fatta a Grace, Frank accese il video­registratore malconcio acquistato dalla biblioteca nel periodo esaltante dei finanziamenti pubblici, e inserì la cassetta.

  Grace l'aveva sottratta a una società il cui personale era vitti­ma di incidenti analoghi a quelli di cui lui si stava occupando. Frank aveva riso per la coincidenza; la sua ricerca, la richiesta di Grace.

  Ma osservando i disturbi statici che attraversavano lo scher­mo, si chiese se fosse poi una coincidenza. C'erano stati parecchi articoli riguardo il fenomeno sui giornali nazionali, in particolare due giorni addietro, quando un importante deputato era annega­to in un canale di scolo delle acque piovane. Probabilmente, al­tre persone stavano lavorando allo stesso progetto, e avrebbero pubblicato le loro opere prima che lui riuscisse a presentare il suo libro a qualche editore. Tutte le sue ricerche non sarebbero servite a nulla. Grace gli aveva detto che voleva conoscere il con­tenuto della cassetta per motivi personali... ma se avesse fatto parte della concorrenza, invece?

  Smise di pensare e guardò lo schermo. Un baluginio. Il video­registratore non aveva telecomando. Frank allungò la mano e premette il tasto di avanzamento veloce. Grace l'aveva avvertito di non guardare la cassetta. Avrebbe potuto nuocergli, aveva in­sistito.

  Quando gli aveva chiesto se ci fosse qualche altro modo per scoprire il contenuto della registrazione, lui aveva parlato di let­tura di impronte magnetiche, stando sul vago. Era un bluff, naturalmente. Ma Grace lo considerava un esperto, aveva chiesto il suo aiuto, e lui non poteva deluderla confessandole di essere di­giuno dell'argomento.

  Se esistevano davvero immagini in grado di nuocere, decise che non avrebbe corso alcun rischio guardandole riflesse in uno specchio, come Perseo con Medusa. Quindi, davanti al monitor, inclinato di quarantacinque gradi, collocò uno specchio.

  La biblioteca era silenziosa, a parte il sibilo lontano di pneu­matici bagnati sull'autostrada che passava a breve distanza. For­se la pioggia sarebbe cessata prima che lui uscisse. Frank tornò a rivolgere la propria attenzione allo schermo. I disturbi del­l'inizio del nastro erano spariti, ed erano apparse le solite av­vertenze di copyright bianche e azzurre. Frank riportò il nastro alla velocità di scorrimento normale. Era facile decifrare le pa­role invertite.

  ATTENZIONE

  Questo nastro è di proprietà della odel ed è tutelato dal copy­right di cui la odel è titolare. L'utilizzo può essere consentito esclusivamente da membri del personale della odel. L'uso non autorizzato di questo materiale può essere perseguito ài sensi del­la legge.

  Frank si strinse nelle spalle e continuò a guardare. Più tardi, ne avrebbe fatto una copia, escludendo la parte dell'avvertimen­to, caso mai avessero inserito un codice d'identificazione. Le avvertenze scorsero via e comparve un nuovo messaggio.

  PERICOLO - IL PROSEGUIMENTO DELLA VISIONE OLTRE

  QUESTO PUNTO PUÒ CAUSARE DANNI FISICI EFFETTIVI.

  Ecco cosa doveva aver visto Grace. Dopo un attimo d'esitazio­ne, Frank continuò a osservare lo schermo riflesso nello spec­chio.

  Se Frank non le avesse detto che intendeva rimanere a lavora­re in biblioteca fino a tardi, Dorothy gli avrebbe chiesto di ac­compagnarla a far visita alla Congregazione di Camden Town. Lo scetticismo del giovane su quel campo, comunque, era au­mentato parecchio dopo la loro precedente puntatina nel mondo del paranormale.

  Edna Wagstaff e i suoi gatti parlanti erano stati un'esperienza medianica e spiritica più che sufficiente per lui, gli sarebbe basta­ta per un pezzo. Quindi Dorothy, in ogni caso, aveva preferito andare da sola, uscendo sotto la pioggia notturna con un grande ombrello bianco per ripararsi la permanente, e un misterioso pacco di libri sotto il braccio.

  Anche se esisteva da quasi duecento anni, la Congregazione di Camden Town non era più tanto importante negli ambienti delle arti magiche. C'erano solo sette membri, ormai; sei erano don­ne. Si riunivano il lunedì sera in una sala sopra il pub World's End, di fronte alla stazione del metro di Camden Town. Fino ad alcuni anni prima, il pub si chiamava Mother Red Cap, prenden­do il nome dalla strega più famigerata di Camden. Lì, i congre­gazionisti cantilenavano e danzavano un po', sbrigavano la corri­spondenza e si occupavano degli affari straordinari, poi scende­vano a bere qualche gin & tonic. Ogni tanto, incontravano mem­bri di altre congregazioni, ma perlopiù operavano in solitudine. Occasionalmente, Dorothy aveva concesso loro di accedere alla raccolta esoterica custodita nello scantinato della biblioteca. Quella sera, comunque, le avevano chiesto di essere presente per una riunione d'emergenza.

  Bussando alla porta accanto al pub, Dorothy si chiese come mai l'esistenza della congregazione passasse inosservata da tanto tempo. Soprattutto dal momento che una targa sporca sotto il campanello diceva:

  CONGREGAZIONE DI ST. JAMES IL VECCHIO

  SEZIONE LONDRA NORD

  NIENTE VENDITORI AMBULANTI NÉ VOLANTINI PUBBLICITARI

  — Oh, ciao, scusa se ti ho fatto aspettare. — La donna che aprì la porta era piccola e vivace, sulla cinquantina. Aveva una faccia larga, cordiale, e parlava in tono chiaro, scandito, come se fosse abituata a parlare in pubblico, o stesse diventando sorda. Un fazzoletto sgargiante le teneva a posto i riccioli cremisi ribel­li. Gli orecchini erano a forma di caschi di banane. Un paio di oc­chiali di plastica rosso porpora con ali brillantate le penzolava sul petto, appeso a una catenella. Fece un largo sorriso, e i suoi oc­chi diventarono falci di luna. — Abbiamo appena iniziato, quin­di non hai perso molto.

  — È bello rivederti, Maggie — disse Dorothy, entrando. — Ho portato alcuni libri che potrebbero esservi utili nei vostri esperimenti.

  — Grazie, purtroppo abbiamo dovuto sospendere le attività abituali data la situazione d'emergenza. — Maggie la precedette lungo la scala ripida illuminata da una luce fioca.

  — Dimmi cos'è successo.

  — Be', è una faccenda un
po' preoccupante — spiegò Maggie, aprendo la porta di fronte a loro. — Vedi, martedì scorso Do­rothy doveva fare un incantesimo per noi, ma le è scoppiata la pentola a pressione, così non è potuta venire, e Bett aveva male alle gambe, così invece abbiamo esaminato le carte. Abbiamo fatto qualche calcolo e, in poche parole, pensiamo che sia immi­nente l'Apocalisse. — S'interruppe. — Sembra un po' grossa, vero? La fine del mondo, già.

  Dorothy fu fatta entrare nella saletta al primo piano. Gli altri congregati erano disposti in cerchio al centro della stanza, rivolti all'esterno.

  — Ciao! — la salutò una donna, con un lieve cenno della ma­no. — Stavamo cantando. Neema si è dimenticata di portare il registratore, così dobbiamo farlo senza musica, stasera. — Il gruppo continuò a girare, con le schiene a contatto, le mani in­trecciate. Dorothy trovò una vecchia sedia da cucina accanto alla finestra e si sedette a guardare.

  La stanza era in cattivo stato ma allegra, con giornali e opusco­li e manoscritti impilati negli angoli, e nemmeno una candela ne­ra in vista. Alle pareti, carte astrologiche e tabelle grafiche, coi dati segnati a pastello. In un angolo, un personal computer spul­ciava chilometri di dati numerici.

  La strana danza strascicata terminò, e tutti si accomodarono, lasciando che si sedesse per prima una giovane asiatica visibil­mente incinta. L'unico maschio, un pallido assicuratore con una faccia da criceto, salutò timido Dorothy con un'alzata di spalle, come se fosse appena stato sorpreso a compiere un'azione illega­le.

  — Naturalmente l'Apocalisse, l'ultima grande guerra sulla terra, è sempre stato previsto per la fine del ventesimo secolo — disse Maggie, con voce serena e assennata. — Come sapete, la nostra congregazione tradizionalmente si è occupata del benes­sere e della prosperità della nostra bella città. Controlliamo i se­gni. Siamo l'avanguardia, siamo qui per riconoscere le forze del male.

  Si alzò e indicò una delle mappe colorate, come un'insegnante di storia che insegnasse agli allievi. — Negli ultimi due mesi ab­biamo avuto alcuni segni inequivocabili. Anche i nostri fratelli in St. James il Vecchio, la sezione di Hendon, li hanno notati. Tutte le profezie si stanno avverando. Si dice che il primo segno sarà quello dei Morti che cancelleranno i Vivi; ultimamente, a Lon­dra l'indice di mortalità ha superato l'indice di natalità. Sappia­mo poi che forze nocive sorgeranno dalle ceneri delle vittime; le organizzazioni finanziarie della city stanno fondendosi, creando nuove potenti concentrazioni dopo i crolli della Borsa Valori. Sappiamo inoltre che una di queste forze devasterà la terra. Da­te un'occhiata a questo. — Aprì una copia del Financial Times. Il titolo diceva:

  RILANCIO GLOBALE DELL'INDUSTRIA BRITANNICA

  Oggi è stato annunciato che il ministro del Commercio si accinge ad allentare la pressione fiscale sulle società britanniche che in­tendano espandersi in nuovi mercati esteri. La notizia giunge do­po i recenti negoziati con gli Stati Uniti per la riduzione delle bar­riere doganali, e rappresenterà un incentivo particolarmente gra­dito per nuove iniziative commerciali.

  — Per caso, non sai nulla delle Quattro Imprese del Diavolo? — chiese Dorothy, ricordando le parole del gatto di Edna Wagstaff.

  — Ah, questo è molto interessante perché, vedi, le Imprese quadrano benissimo con le Profezie. — Maggie sorrise benevola, come se stesse parlando dei programmi televisivi della serata precedente. — Sono insolite perché si riferiscono all'industria e non a individui. Da anni gli occultisti di tutto il mondo attendono la nascita dell'Anticristo, aspettandosi che il Demonio assuma la forma di un singolo essere umano. Come potevamo sapere che avremmo dovuto leggere l'indice finanziario del Financial Times invece di Psychic News? Quanto tempo sprecato a spulciare le colonne delle Nascite e delle Morti in cerca di 666!

  — In che senso si riferiscono all'industria, le Quattro Impre­se? — chiese Dorothy.

  — Vediamo un po'... abbiamo preso qualche appunto. — Maggie frugò tra i mucchi di scartoffie alle sue spalle, pescò un quaderno spiegazzato e inforcò gli occhiali.

  — L'Ingannamento degli Stolti... questo è il potere delle false immagini... quindi potremmo dire che si riferisce alla manipola­zione dei mass media, alla pubblicità, alle pubbliche relazioni, e via dicendo...

  — I discorsi del presidente degli Stati Uniti — intervenne l'as­sicuratore — sono riscritti in base ai risultati di sondaggi compu­terizzati di quello che l'elettorato vuole sentire. Queste sono pubbliche relazioni, no?

  — Grazie, Nigel — disse Maggie. Il suo tono di voce era un ta­cito invito a stare zitto d'ora in poi. — Poi c'è la Corruzione degli Innocenti. Be', questo succede continuamente. Le aziende sono disposte a tutto pur di stare a galla, oggigiorno. Se ben ricordo, la terza è la Distruzione dei Puri, che si riferisce all'eliminazione della concorrenza...

  — Pensavo che fosse la distruzione delle foreste tropicali — disse Neema.

  — No — ribattè Maggie, risoluta. — L'eliminazione della con­correnza. L'abbiamo già deciso, no? — E lanciò un'occhiata alla collega. — Infine, la Venerazione del Male è il trionfo del gruppo di controllo globale.

  — Tutte cose che adesso il mondo finanziario sta sperimentan­do — rilevò spavaldo Nigel.

  — Ma non è questo il peggio. — Maggie chiuse il quaderno con un gesto brusco minaccioso. Le donne si mossero sulle sedie, a disagio. — Le predizioni di per sé non significano nulla, naturalmente.

  — Perché? — chiese Dorothy. — Cosa occorre?

  — Prove concrete. E, fortunatamente, le abbiamo trovate. — Maggie prese qualcosa da una borsa di plastica e la posò con forza sul tavolo. Dorothy la fissava incredula. Tendenzialmente, aveva sempre considerato la congregazione poco più che un cir­colo occultistico ben intenzionato. Aveva permesso a quelle persone di usare la sua collezione privata perché desideravano vivamente approfondire, pur se a modo loro, la conoscenza del­la forza spirituale del mondo. La cosa peggiore che si potesse dire di Maggie e delle sue compagne maghe bianche era che erano innocue. Adesso Dorothy cominciava ad avere qualche dubbio.

  — È un pacco di salsiccette surgelate! — esclamò.

  — Lo sappiamo — disse Maggie, alzando gli occhi al soffitto. — Leggi l'etichetta.

  Dorothy mise gli occhiali.

  SALSICCE STUZZICHINE THORN

  IL PIATTO GUSTOSO PER OGNI OCCASIONE!

  Una banale proposta di presentazione mostrava gli smorti ci­lindretti di carne disposti a raggiera su un vassoio d'argento con parecchi ciuffi di prezzemolo sparsi sopra.

  — Dietro, guarda dietro — disse Neema, impaziente.

  — C'è solo il codice a barre del supermercato.

  — Inclinalo verso la luce!

  Sentendosi un po' sciocca, Dorothy inclinò il pacco. Sul codice a barre, si notava un disegno argentato, un triangolo con due li­nee sporgenti alla base. Thorn. Il Wendigo. Il Demone dei Ghiacci. Il simbolo runico per provocare, tra l'altro, la morte accidentale. Ma era incompleto. Una parte del segno si perdeva tra le righe.

  — È simile a una runa di morte, in effetti — disse cauta. — Una semplice coincidenza. È una nuova marca?

  — È un nuovo supermercato — disse Nigel. — Stanno apren­do dappertutto. Ce n'è uno proprio qui dietro: venticinque cas­se, tutte computerizzate. Molti loro prodotti hanno dei simboli runici. Su gran parte della loro carne surgelata c'è il segno verde di Ur.

  Dorothy sapeva che quello era un vecchio simbolo pagano re­lativo all'allevamento e all'uccisione del bestiame. Sorrise tra sé, immaginando i membri della congregazione che si aggiravano furtivi nel supermercato esaminando i prodotti.

  — Io non mi preoccuperei proprio — disse. — I pubblicitari cercano sempre qualcosa di nuovo e di diverso. Qualcuno sta semplicemente usando dei simboli runici per motivi estetici, per abbellire le confezioni. — Era disposta a credere che le rune potessero essere inserite nella moderna tecnologia, ma nelle salsiccette? Cosa avrebbe detto Arthur Bryant? — E poi — ag­giunse — non scaglierebbero certo una maledizione sui loro clienti.

  — È questo il punto — intervenne Neem
a. — Noi pensiamo che sia un sistema di corruzione lenta. Le rune, usate singolar­mente in questo modo, non possono nuocere. Probabilmente servono solo a esercitare una pressione subconscia sul cliente per indurlo a scegliere quella marca.

  — È l'ultima parte delle Profezie — annuì Maggie. — La maledizione degli antichi che riaffiora nel linguaggio del presen­te.

  — Qualcuno vuole una tazza di tè? — chiese Nigel. Parecchie mani si alzarono.

  Maggie non gradì l'interruzione. — Il fatto è che i nostri mise­ri poteri sono inutili contro la magia pagana. È troppo forte — disse, alzando la voce. — Loro erano qui prima di noi, si sa. Abbiamo sempre pensato che se il Maligno fosse tornato sulla terra seguendo le orme di Cristo avrebbe scelto di nascere come un es­sere umano, un bambino. E se fosse apparso in modo spettacola­re come Nostro Signore, con stelle e miracoli e via dicendo, sa­rebbe stato facile individuarlo e distruggerlo. Quindi, vedete, è stato molto astuto a tornare in questo modo, mimetizzandosi nel mondo finanziario contemporaneo.

  Dorothy non sapeva che dire. Nonostante l'eccentricità della loro teoria, la logica della congregazione non faceva una grinza. Con le mani posate sul ventre dilatato, Neema guardò il bambino che doveva nascere. La sua voce aveva una cadenza dolce e gradevole.

  — Gli occultisti dicono sempre che l'oscuramento del mondo sarà un processo graduale. Ma sta accadendo proprio adesso, e gli eventi stanno verificandosi prima del previsto.

  Maggie annuì decisa, sbatacchiando rumorosamente gli orec­chini. — Il Diavolo è tornato sulla terra, e questa volta sta avan­zando di gran carriera.

  36

  L'uomo vuoto

  Frank Drake tornò a casa in bicicletta percorrendo le vie deserte con una sensazione di inquietudine alla bocca dello stomaco. Co­minciava a pentirsi di avere guardato il videotape della odel, anche rovesciato. Dopo l'avviso di pericolo, sullo schermo era apparsa una serie di ghirigori che sembravano i simboli illuminati di uno dei vecchi libri di Dorothy. Poi, le immagini erano diven­tate molto più normali. Anche se Frank stentava a credere che il nastro fosse letale come sosteneva Grace, nelle scene che aveva visto c'era qualcosa che continuava a solleticargli in modo fasti­dioso il subcosciente.

 

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